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MAYDAY  MAYDAY… QUI PIANETA TERRA !
La CREAZIONE
e il senso della vita
(parte settima - 1)
 
Un pianeta difficile da gestire
Come ha reagito l’umanità
alla perdita del paradiso?
I primi abitanti del pianeta, probabilmente, si impantanarono nella disperazione, nell’angoscia, nella rabbia e nella depressione, per la perdita di un bene comune, “il giardino di Eden”, ritrovandosi soli in una "giungla” incolta, caotica, ostile e sconfinata, senza barriere di protezione.
dopo Eden, paura e morte
In seguito, con “la volontà di conoscere il male”, violenza e corruzione arrivarono al culmine, al punto che il Creatore decise di azzerare il tutto ricorrendo al diluvio! Una frustrazione per Lucifero (e i suoi adepti) poiché con il diluvio era stato inghiottito nel nulla tutto il suo regno. Un’anticipazione della fine del mondo, ma che rappresentava anche una sorta di vittoria per il fatto che tutti gli abitanti del pianeta persero la vita senza essersi ravveduti alla predicazione di Noè che durò 120 anni.  

Non è per caso, dunque, che il Messia, dopo la sua morte, andò in spirito a predicare alle “anime dei morti a causa del diluvio”, per strappare in extremis ancora delle anime dalle mani di Lucifero. Ancora oggi il mondo intero, se pur rinnovato drasticamente con il diluvio, si trova daccapo sotto gli effetti della decadenza per la recrudescenza dell’attività di Lucifero, a cui si sono aggiunti eventi destabilizzanti come sconvolgimenti a livello geologico, ere glaciali, caduta di asteroidi, massicce estinzioni di piante e di animali, guerre, carestie ed epidemie che completano lo scenario.
decadimento, conseguenze
L’umanità ha reagito alle conseguenze del decadimento con comportamenti che variano da uno status quo fatto di passività e di prostrazione, ad atti di violenza, vandalismi e depredazioni oppure con tratti di iperattività sotto l’effetto di impulsi adrenalinici di scavare costruire
 Credere alla possibilità di sopravvivere a tanti errori e tante catastrofi è piuttosto popolare, ma non è per caso che sono anche nate psicologia e psichiatria… Inoltre si assiste al rivolgersi verso forme svariate di religione: “Visto che col Dio Creatore abbiamo problemi, cerchiamoci altri dèi, dedichiamoci a riti propiziatori e sciamanici, stabiliamo filosofie, tecniche del benessere, dedichiamoci all’uso di stupefacenti e di alcolici per curare le frustrazioni… e organizziamo la società in partiti e istituzioni a fronte delle difficoltà sociali, creiamoci attività ludiche di ogni genere, promuoviamo scienze e tecnologie ed altro ancora”.

Ma sono sopraggiunti guerre, terrorismo e catastrofi naturali che hanno impedito di incrementare un sogno del benessere, nell’intento di neutralizzare le conseguenze della perdita del paradiso
grattacieli, confusione, città immense
...ed è emersa la linea della filosofia da cui provengono principalmente "il positivismo", alla base della scienza, e "l'esistenzialismo" alla base dei movimenti giovanili.
 
Ma una parte della società si è schierata, nel corso della storia, con il Creatore (dati statistici estratti da AsiaNews – 19.12.2012)
Dati del 2010 (2.500 censimenti) su una popolazione di 6,9 miliardi: cristiani 32%; musulmani 23%; indù 15%; buddisti 7%; ebrei 0,2%.  
Senza alcuna religione (un miliardo): Cina 62% (circa 700 milioni); Giappone (72 milioni, il 57% della popolazione); Usa (51 milioni, il 16,4% della popolazione). Fra essi però, il 7% dei cinesi, il 30% dei francesi e il 68% degli statunitensi crede in una potenza superiore.

I cristiani, 2,2 miliardi, sono i più numerosi: cattolici 50% (secondo l’anagrafe ma non secondo i praticanti); protestanti (tutte le denominazioni evangeliche incluse) 37%; ortodossi il 12% (da anagrafe).  
I musulmani, 1,6 miliardi:  sunniti l'87-90%; sciiti il 10-13% (da anagrafe).
Età media: musulmani (23 anni); indù (26); cristiani (30); ebrei (36, età media più anziana). Età media mondiale 28 anni.
I cristiani sono la maggioranza in 157 nazioni; i musulmani in 49, compresi 19 dei 20 Stati del Medio oriente e del Nord Africa; gli indù in 3 nazioni: India, Nepal, Mauritius.
Più alta concentrazione di cristiani: Stati Uniti, Brasile, Messico, Russia, Filippine.

Il mondo tende a “reagire alla presenza delle Comunità di credenti” un po’ come accadde sul Titanic...
Il Titanic affonda
...prima di prendere il largo, qualcuno ordinò: "Buttate a mare delle scialuppe di salvataggio per fare più spazio al divertimento e poi solo a guardarle, quelle scialuppe, ci si rattrista!"
 
Alla ricerca del paradiso perduto
Il turismo è uno dei segni di come in ogni persona si nasconda la nostalgia del paradiso perduto! Ricchi e poveri, acculturati e semplici sentono un bisogno atavico di tornare alle origini, che è un po’ come “tornare a casa”. Le mete più agognate sono verosimilmente quelle parti del pianeta che hanno conservato caratteristiche paradisiache e dove vi troviamo abitanti che sono rimasti nella loro semplicità, in armonia con la natura. Fra queste figurano anche zone abitate come villaggi e città, dove si visitano i quartieri vecchi, sperando di trovare gente che viva, immutabile, come ai tempi antichi! Se siamo stati buttati fuori dal paradiso, vani sono stati i tentativi di rifarsi un paradiso senza il Creatore. Un esempio di questo sono stati i vari imperi che simbolicamente sono rappresentati dalla famosa statua detta di Daniele.
 
Nei quartieri vecchi, con affitti bassi, abita la gente del popolo, come da sempre; i negozi sono semplici ma con la merce esposta a go-go, i vicoli e le piazze sono affollati e le donne escono di casa senza cambiarsi i vestiti in quanto “le strade e le piazze sono casa loro”, con il risultato di un ambiente suggestivo che appaga anche i turisti. In certi paesi invece, i quartieri vecchi vengono accaparrati da ricchi avvocati, medici, da banche, da uffici e negozi ad alto standing, con affitti alle stelle. La merce è esposta con parsimonia, classicità ed eleganza, ma tutto questo non attira più il turismo dato che l’ambiente appare oramai come un museo deserto, piuttosto che come un luogo dove si vive intensamente e dove si possono ritrovare valori perduti
 
Credere che ci si possa impunemente accaparrare dei beni vitali del popolo, come vecchi quartieri, è davvero una mancanza di lungimiranza oltre che un atto antisociale.
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